Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 2 n. 7/8

Luglio/Agosto 1990

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.











Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore-Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna arrivò in Occidente dall'India nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commento dei testi classici dell'india vedica.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana, e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando costantemente in Europa, America, Australia, Africa e Asia, Srila Prabhupada ha strutturato il suo movimento internazionale in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui lui ha dato vita.


RITORNO A KRISHNA

la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada costituì questa Associazione a New York nel 1966, mise per iscritto gli obiettivi che essa si prefiggeva.

1. Diffondere sistematicamente il sapere spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata nella Bhagavadgita e nello Srimad-Bhagavatam.
3. Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e promuovere il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti trascendentali e alla personalità di Krsna.
6. Unire i membri allo scopo di insegnare un modo di vivere più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti allo scopo di raggiungere i fini sopraelencati.















La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi

REDATTORE CAPO
Parabhakti dasi

REDATTORI
Giorgio CerquettiGoura Krsna dasa, Gitamrta devi dasi,
Parabhakti dasi

TRADUZIONI
Prema Cintamani devi dasi, Parama Karuna devi dasi,
Parabhakti dasi, bhaktin Rosanna, bhaktin Nicoletta

COMPOSIZIONI
Ekacakra dasa, Mayapura devi dasi, Krsna Kanti dasa,
Lalita devi dasi, bhakta Ugo, bhakta Lorenzo

GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Parabhakti dasi

AMMINISTRAZIONE
Nimai Pandita dasa

SERVIZIO ABBONAMENTI
Dananistha devi dasi

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".

ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
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Via Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
Tel. 055/80764148077534828470, Fax 055/8076630

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RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

VOL. 2 N. 7/8 Luglio/Agosto 1990

Bhaktivedanta Book Trust Italia

Via Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI

SELEZIONI E IMPIANTI: La Cromolito  Milano

STAMPA: Arti Grafiche F.lli Fiorin S.p.A.  Milano










VOL. 2, N° 7/8

DESIDEROSI DI
VEDERE KRSNA
Conferenza dì Sua Divina Grazia Srila Prabhupada
Fondatore acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna

L'OSSERVATORE VEDICO
Fatti e commenti a cura di Goura Krsna dasa

I dialoghi di Srila Prabhupada
LA SOFFERENZA UMANA
E L'INGIUSTIZIA DI DIO

Libri
SRIMAD BHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del grande classico della spiritualità tradotto e commentato da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Scienze
BIG BANG
UNA TEORIA OPINABILE
Quando viene osservata da vicino l'azzardata teoria
dei cosmoiogi sull'origine e sulla struttura dell'universo crolla

MEDITAZIONE SU KRSNA

IL CALENDARIO VAISNAVA

LA FESTA DELLA DOMENICA

IN COPERTINA: Krsna il Signore Supremo, nella Sua caratteristica forma Bhangitraya, con il corpo piegato in tre dolci curve, sulla riva del fiume Yamuna, nell'eterna dimora di Vrndavana.















DESIDEROSI
DI VEDERE KRSNA

Una conferenza di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore acarya della Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna



tac chraddadhana munayo
jnanavairagyayuktaya
pasyanty atmani catmanam
bhaktya srutagrhitaya

"La Verità Assoluta è realizzata dal saggio discepolo che s'informa con serietà e si arma della conoscenza e del distacco con la pratica del servizio di devozione e l'ascolto del Vedantasruti." (Srimad Bhagavatam 1.2.12)

A volte la gente chiede "Hai visto Dio?" oppure "Puoi mostrarmi Dio?".
Capita che ci pongano queste domande. E la risposta è "Si, io vedo Dio. Anche tu puoi vedere Dio; tutti possono vedere Dio. Ma bisogna essere qualificati". Supponiamo che qualcosa non vada con il motore di un auto, che non funzioni. Tutti possono notarlo ma il meccanico vede la cosa in un modo diverso. Ha la preparazione necessaria per vedere la cosa con maggiore conoscenza. E' in grado quindi di sostituire alcune parti e di far ripartire l'auto immediatamente. Ma sebbene sia necessaria una preparazione perfino per riparare un motore, pretendiamo di vedere Dio senza alcuna qualifica. Questa è pazzia. Gli uomini sono dei tali mascalzoni, dei tali pazzi che pretendono di vedere Dio con qualifiche che si inventano loro. Krsna dice nella Bhagavadgita, naham prakasah sarvasya yogamayasamavrtah: "Non mi rivelo a tutti. La Mia energia, yogamaya, Mi nasconde".
Allora come potete vedere Dio? Ma questa fesseria continua, questo "Puoi mostrarmi Dio?" "Hai visto Dio?". Dio è diventato proprio come un qualcosa con cui giocare così che poi degli imbroglioni pubblicizzano un uomo comune dicendo "Ecco Dio. Ecco un'incarnazione di Dio".
Na mam duskrtino mudhah prapadyante naradhamah. Sono i farabutti peccatori, gli stupidi, i più meschini del genere umano che vengono a chiedere "Puoi mostrarmi Dio?" Che qualifica avete acquisito per poter vedere Dio? Ecco la qualifica necessaria: tac chraddadhana munayah. Bisogna prima di tutto essere fedeli (sraddadhana). Bisogna essere veramente molto desiderosi di vedere Dio. Non bisogna considerare che sia una frivolezza "Puoi mostrarmi Dio?", oppure una magia. La gente pensa che Dio sia magico. No. Bisogna essere molto seri e pensare "Sì, mi hanno dato delle informazioni su Dio. Quindi, se Dio c'è, devo vederLo".
C'è una storia a questo riguardo. E' molto istruttiva quindi cercate di seguirla. Un recitatore professionista stava recitando in pubblico lo Srimad-Bhagavatam e stava descrivendo Krsna riccamente decorato con diversi tipi di gioielli mentre portava le mucche nella foresta. Fra la gente c'era un ladro che subito pensò: "Perché non andare a Vrndavana e derubare questo giovane?
Si trova nella foresta con così tanti gioielli. Potrei andar là, catturare il ragazzo e prendergli gli ornamenti". Questa era la sua intenzione. Era molto serio. "Devo trovare quel ragazzo" pensò. "Potrò così diventare milionario in una notte".
Il requisito del ladro stava nel suo sentimento. "Devo vedere Krsna! Devo vedere Krsna!" Quell'ansietà, quel desiderio, gli rese possibile vedere veramente Krsna a Vrndavana. Vide Krsna proprio come era stato descritto dal lettore del Bhagavatam. Allora il ladro disse: "Oh, sei un ragazzo così bello Krsna". Cominciò a LodarLo; pensò che lodandoLo avrebbe potuto prenderGli tutti i gioielli con più facilità. Quindi disse le sue vere intenzioni: "Posso prendere un po' di questi ornamenti? Tu sei così ricco!".
"No, no, no, "disse Krsna. "Mia madre si arrabbierebbe! Non posso darteli". Krsna si stava comportando proprio come un bambino. Così il ladro divenne ancor più desideroso che Krsna gli desse i Suoi gioielli, ma, a causa dell'associazione con Krsna, si stava purificando. Alla fine Krsna disse: "Va bene, li puoi avere". Ma il ladro diventò immediatamente un devoto perché l'associazione con Krsna l'aveva completamente purificato. Quindi, in un modo o nell'altro, è necessario che entriate in contatto con Krsna. Ne sarete purificati. Le gopi sono un altro esempio del grande desiderio di vedere Krsna. Le gopi andavano da Krsna attratte dai Suoi bellissimi lineamenti. Erano ragazze molto giovani e Krsna era così meraviglioso. Quando andavano da Krsna erano in realtà spinte da un desiderio di lussuria ma Krsna è così puro che le gopi diventarono devote di prima classe. Non si possono fare paragoni con la devozione delle gopi perché loro amavano Krsna con il cuore e con l'anima. Questo è il requisito necessario. Amavano Krsna tanto che, quando uscivano nel cuore della notte, non si preoccupavano neppure della loro famiglia o della loro reputazione. Appena sentivano il flauto di Krsna, lasciavano immediatamente le loro case. I loro padri, i loro fratelli e i loro mariti dicevano: "Dove state andando? Dove andate nel cuore della notte?" Ma le gopi non se ne curavano. Trascuravano i loro figli, la loro famiglia, ogni cosa. Il loro unico pensiero era: "Devo andare da Krsna".
Questo desiderio è necessario. Noi dobbiamo essere molto, molto desiderosi di vedere Krsna. Molte gopi a cui fu impedito con la forza di andare da Krsna morirono per il grande dolore della separazione. Ci vuole quindi questo desiderio, solo allora potrete vedere Dio. Sia che voi siate delle persone lussuriose, dei ladri, degli assassini o altro, dovete sviluppare questo desiderio: "Devo vedere Krsna". Allora Krsna si vedrà.
La prima cosa che Krsna si aspetta da noi è il nostro desiderio di vederLo. Krsna risponderà. Se veramente volete vedere Krsna, sia che siate spinti da un desiderio di lussuria, sia che vogliate rubare i Suoi ornamenti, sia che siate attratti da Lui per un motivo qualsiasi, è certo che i vostri sforzi avranno successo.
Ma dovete desiderare solo Krsna. Su questo Rupa Gosvami ha scritto un verso:

smeram bhangitrayaparicitam
sacivistirnadrstim
vamsi-nyastadharakisalayam
ujjvalam candrakena
govindakhyam haritanum itah
kesitirthopakanthe
ma preksisthas tava yadi sakhe
bandhusange 'sti rangah

Il concetto è che una gopi suggerisce ad un'altra gopi: "Mia cara amica, c'è un ragazzo, il Suo nome è Govinda. E' in piedi sulla riva della Yamuna, vicino al Kesighata, e sta suonando il flauto. E' così bello soprattutto in questa notte di luna piena. Se hai intenzione di godere di questo mondo materiale con i tuoi figli, con tuo marito o con qualche altro famigliare mi raccomando non andare lì. Bhangitraya: Krsna è in piedi con il Suo flauto e il Suo corpo forma tre curve flessuose. E' la forma tribhanga di Krsna, dolcemente piegato in tre parti. E una gopi dice all'altra: "Se tu credi di poter godere maggiormente la tua vita in questo mondo materiale, allora non andare a vedere Krsna. Non andarci". L'idea è che se vedete Krsna una volta, vi dimenticherete di tutte queste insensate gioie materiali. Questo vuol dire vedere Krsna.
Quando Dhruva Maharaja vide Krsna, disse: svamin krtartho 'smi varam na yace: "Mio caro Signore, non desidero altro". Dhruva Maharaja era andato a cercare Krsna per ottenere il regno di suo padre e quando incontrò Krsna, Krsna gli disse: "Qualsiasi benedizione tu voglia, l'avrai". Dhruva però rispose: "Mio caro Signore, Non ho più alcun desiderio". Questo vuol dire vedere Krsna.
Quindi se siete desiderosi di vedere Krsna, qualunque sia il vostro motivo, in un modo o nell'altro, grazie a questo vostro desiderio, potrete vedere Krsna. Questo è l'unico requisito.
In un altro verso Rupa Gosvami dice: krsnabhaktirasabhavita matih kriyatam
yadi kuto 'pi lahhyate (ho tradotto le parole coscienza di Krsna dalla krsna-bhaktirasabhavita). E qui Rupa Gosvami suggerisce: "Se la coscienza di Krsna è disponibile, vi prego, prendetela immediatamente. Non tardate. E' una cosa molto bella".
Si, la Coscienza di Krsna è disponibile, potete prenderla da questo movimento per la Coscienza di Krsna. Ma qual'è il prezzo? C'è un prezzo da pagare. Qual'è? Tatra laulyam api mulyam ekalam: soltanto il vostro desiderio. Questo è il prezzo. Dovete pagare questo prezzo.
Allora vedrete Krsna, immediatamente. Krsna non è povero, ed il "venditore di Krsna", il devoto di Krsna, nemmeno lui è povero. Può distribuire Krsna gratuitamente. Ed è quello che fa. Dovete semplicemente acquistarLo con il vostro desiderio.
Qualcuno potrebbe dire. "Oh, desiderio? Io ho il desiderio" Ah...ma non è così facile. Janmakotisukrtair na labhyate: questo desiderio non può essere ottenuto nemmeno compiendo attività pie per milioni di vite. Limitarsi a compiere soltanto attività pie, non sarà sufficiente per avere questo desiderio.
Così, questo desiderio è molto importante, ma può essere risvegliato solo associandosi con i devoti. Per questo stiamo dando a tutti la possibilità di rievocare questo desiderio; per poter poi vedere Dio, faccia a faccia.
Lo scopo di questa vita è vedere Krsna. Non è quello di diventare cani o maiali. Sfortunatamente l'intera civiltà moderna addestra la gente a diventare cani o maiali. E' solo questa istituzione, il movimento per la Coscienza di Krsna, che insegna come vedere Krsna. E' così importante.
Tac chraddadhana munayo jnana-vairagyayuktaya. Attraverso il desiderio, acquisirete automaticamente la conoscenza e il distacco. Conoscenza non significa "Adesso abbiamo scoperto la bomba atomica". Questa non è conoscenza. Che razza di conoscenza può mai essere questa? La gente già muore e voi andate a scoprire qualcosa che accelera la morte. Ma noi diamo conoscenza per fermare la morte. Questa è la Coscienza di Krsna; questa è conoscenza. Jnana-vairagyayuktaya. E non appena avrete questa conoscenza, non avrete più attaccamento per questa insensata felicità materiale.
Grazie.


Krsna, Dio la Persona Suprema, si rivela nella Sua forma originale solo a chi Lo serve con desiderio e devozione. Sotto la guida di un maestro spirituale autentico che ha raggiunto la realizzazione spirituale, e con l'associazione degli altri devoti, l'aspirante devoto coltiva il desiderio di conoscere la forma originale del Signore Supremo.













L'Osservatore Vedico

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo

a cura di Giorgio Cerquetti  Goura Krsna dasa



ANCORA SULL'AIDS

Dopo aver pubblicato su questa rubrica "da dove viene l'Aids" ho avuto altre informazioni sull'origine "artificiale" di questa malattia mortale e dolorosa. Un nostro abbonato che tra l'altro lavora come infermiere in un ospedale dove sono appunto ricoverati i malati di Aids, mi ha inviato un libro di Susan Sontag "L'Aids e le sue metafore" pubblicato dalla casa editrice Einaudi.
L'autrice fa un'analisi storica e scientifica di tutto quello che è stato scritto e fatto finora sull'Aids; a pagina 49 leggiamo: "nello Zaire e in altri paesi dell'Africa centrale dove l'Aids ha ucciso migliaia di esseri umani, ha già avuto inizio una reazione: molti medici, accademici, giornalisti, funzionari di governo e altre persone colte ritengono che il virus sia arrivato in Africa dagli Stati Uniti, un atto di guerra batteriologica che è sfuggito di mano per poi ritornare a colpire chi lo aveva perpetrato".
Siamo nel campo delle ipotesi, spesso le "verità storiche" si delineano completamente solo a distanza di decine di anni, quando i veri responsabili di eventuali errori sono già morti o troppo vecchi per pagare le proprie colpe.
Queste notizie, spiega la Sontag, sono state pubblicate nel corso degli anni dai più autorevoli giornali internazionali, solo in America c'è stato un equivoco silenzio stampa.
Leggiamo nel libro che il Sunday Express giornale conservatore inglese ad ampia diffusione, ha pubblicato la notizia in prima pagina: "Il virus assassino dell'Aids è stato prodotto artificialmente dagli scienziati americani durante esperimenti che presero poi una piaga catastrofica, e una massiccia operazione di copertura l'ha tenuto nascosto fino a oggi".
Questa tremenda notizia ha fatto il giro del mondo, è stata pubblicata in Perù, Messico, Australia, Russia, Grecia, Senegal e molti altri paesi. In Italia il settimanale Gente ne ha parlato pubblicando, in un articolo dal nome "Il mostro chiamato Aids è stato creato dai Frankenstein moderni", una chiara e inequivocabile intervista allo scienziato inglese John Seale. Dice Seale: "Ci troviamo davanti a una tragica congiura, i colpevoli hanno taciuto e i colleghi non hanno voluto smascherarli. Il loro silenzio ha ritardato la ricerca di una cura contro il male".
Le sconvolgenti dichiarazioni del medico inglese si aggiungono a molte voci autorevoli che accusano gli scienziati impegnati nelle ricerche per la "guerra biologica".
Il biologo tedesco Jacob Segal e il medico americano Robert Strecker sono giunti indipendentemente, ma all'unisono, a questa conclusione: "All'inizio gli scienziati americani volevano produrre una particolare forma di forte influenza che, in caso di guerra avrebbe inesorabilmente debilitato i soldati nemici, a un certo punto arrivarono però all'Htlv III, il virus dell'Aids. Decisero di provare la loro creazione su scimmie simili all'uomo e su un gruppo di carcerati, promettendo loro di farli uscire dal carcere dopo l'esperimento e mantennero la loro promessa dopo due o tre anni.
Non faticarono certo a trovare un numero adeguato di volontari. E fu così che cominciarono a iniettare quel nuovo virus di cui non conoscevano ancora tutte le caratteristiche ma dal quale si aspettavano comunque molto. Restarono assai delusi quando con il passare dei mesi e degli anni videro che i carcerati che avevano fatto da cavia stavano ancora bene. A quel tempo, infatti, del virus dell'Aids sapevano poco o nulla e ignoravano che può aver bisogno di sette anni di incubazione per scatenarsi. Così dopo un paio di
anni decisero di interrompere quell'esperimento che ritenevano ormai fallito."
Questo avvenne nel 1970, la prima morte per Aids si verificò a New York nel 1978.
Sono solo ipotesi, ma probabilmente non molto lontane dalla verità.
Dopo lo scoppio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, è iniziato un lungo periodo di "pace" in cui gli scienziati hanno lavorato bene (si fa per dire) per il benessere dell'umanità.
Sono state fabbricate e accumulati nei magazzini militari abbastanza proiettili per sparare a tutti gli esseri umani presenti su questo pianeta. La quantità di ordigni nucleari è tale che se esplodessero potrebbero danneggiare tutte le specie viventi.
L'ultima moda nel campo scientifico è la manipolazione biologica prospettata dall'ingegneria genetica.
Alcuni ricercatori, che sognano un giorno di potersi sostituire a Dio e che per ora si erano limitati a manipolare virus e microrganismi, stanno adesso cominciando a lavorare su animali superiori e sull'uomo.
L'imprudenza e l'ambizione di alcuni di loro ha probabilmente causato la nascita di un nuovo male che sta uccidendo e facendo soffrire migliaia di persone. Se questo non è ancora avvenuto, è solo questione di tempo, dalle "malefiche" provette prima o poi, per "caso" o per cattiveria potrebbe uscire una nuova e tremenda epidemia.
Uomo avvisato mezzo salvato. Adesso bisogna intervenire.
Cerchiamo scienziati onesti, preferibilmente devoti a Dio che purifichino la scienza da quell'alone di impenetrabile mistero e di pazzia di cui si è circondata negli ultimi secoli.
Non aspettiamo altri incidenti: potrebbe essere troppo tardi.















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

La Sofferenza Umana e l'Ingiustizia di Dio

Questa conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e l'assistente sociale Ashoka Chugani si svolse a Bombay, India.



Sig. Chugani: Mi sono reso conto che questo vostro movimento per la Coscienza di Krsna sta dando in India un contributo molto prezioso. Probabilmente voi saprete anche del nostro successo. Stiamo facendo in modo di poter effettuare interventi agli occhi a favore di molti abitanti della zona di Bombay che ne hanno grande necessità. Siamo attrezzati per 5.200 pazienti.
Srila Prabhupada: Noi seguiamo la Bhagavad-gita così com'è. La Bhagavadgita non insegna che per aiutare la gente occorre prendersi cura dei loro occhi.
Krsna non ci insegna questo tipo di filosofia nella Bhagavadgita. E' una vostra idea. Noi invece seguiamo la Bhagavad-gita così com'è. Questa è la differenza fra il vostro lavoro e il nostro. Il nostro programma consiste, piuttosto che curare solo gli occhi delle persone, nel dare loro la vera cura. Se si dà a una persona la Coscienza di Krsna, questa non dovrà più rinascere in questo mondo materiale. Il che significa non avere più questo corpo materiale, non avere più occhi, non avere più malattie. Questo è la vera cura contro la sofferenza. Qualcuno si prende cura degli occhi, altri si prendono cura dello stomaco, dei denti o di qualcos'altro... Ma questo non risolve il problema. Il vero problema, come dice la Bhagavad-gita, è janmamrtyujaravyadi: nascita, morte, vecchiaia e malattia. Dato che sei nato, hai questi occhi e così puoi avere malattie agli occhi.
Nascita, morte, vecchiaia e malattia: avendo accettato di nascere, devi anche accettare la vecchiaia, la malattia e la morte. Gli ospedali possono offrire un sollievo temporaneo, ma non è una soluzione definitiva. La soluzione è porre fine alla nascita, alla morte, alla vecchiaia e alla malattia. Se si giunge a questa soluzione, non ci saranno più problemi agli occhi, mai più.
Supponiamo che un ammalato vada dal dottore per farsi curare. I suoi sintomi a volte sono mal di testa, a volte male agli occhi, a volte mal di stomaco. Ora, se il medico desse medicine solo contro i sintomi, sarebbe una cura? No. Quest'uomo ha una malattia e, se si cura la malattia, automaticamente verranno curati i sintomi.
Allo stesso modo, tutti in questo mondo materiale soffrono per le ripetute nascite e morti. Ma la Bhagavadgita dà la vera cura: come non nascere di nuovo in questo mondo materiale. Krsna ci consiglia nella Bhagavadgita di tollerare questa sofferenza temporanea. Proprio come il corpo non è permanente, così anche le malattie non sono permanenti. Bisogna tollerare la temporanea sofferenza e risolvere il vero problema: dobbiamo fermare il ripetersi delle nascite e delle morti. Ma la gente non sa che nascita e morte possono essere fermate e così si impegnano a risolvere i loro problemi temporanei. La Bhagavadgita spiega in che modo, nel lasciare il corpo al momento della morte, si può tornare a casa, tornare a Krsna: tyaktva deham punar janma naiti mam eti. Basta con le nascite in questo mondo materiale: questa è la vera cura a tutte le sofferenze.
Sig. Chugani: E per quanto riguarda il problema della fame? Noi stiamo lavorando per risolvere...
Srila Prabhupada: La fame? Questo non è un problema. I Veda dicono: nityo nityanam cetanas cetananami / eko bahunam yo vidadhati kaman. Dio provvede perfettamente al cibo per tutti gli esseri viventi. Se a qualcuno manca del cibo non è che una benedizione. E' un piano di Dio per correggerlo. Supponiamo che un bambino sia ammalato e che suo padre non gli dia da mangiare. Non si tratta di soffrire la fame ma di ricevere una benedizione dal proprio padre. E' una cura. Perché il bambino dovrebbe lamentarsi? Il cosiddetto problema della fame non è che un'invenzione della mente. Ma noi non inventiamo niente, noi prendiamo la nostra conoscenza dalle scritture. Tat te 'nukampam susamiksamano bhunjana evatmakrtam vipakam: se un devoto del Signore soffre la fame, non si lamenta. La considera una benedizione: "Ho fatto qualcosa di male così Dio mi ha messo in difficoltà. Non è che una Sua benedizione". Questo è il nostro modo di vedere, queste sono le scritture. La gente fa spesso questa domanda: "Come può Dio essere duro con alcuni e generoso con altri? E' un'ingiustizia". Dio è buono ma la gente non Lo capisce. Quando manca l'intelligenza, quando si vede che la gente soffre la fame si dice che Dio non è buono. Ma il fatto è che siete voi a non essere buoni. Ognuno soffre per colpa propria. Così un devoto vede la sofferenza come una benedizione di Krsna e poiché il devoto pensa in questo modo, la sua liberazione è garantita (muktipade sa dayabhak).
Sig. Chugani: Le vie del Signore sono difficili per noi da capire. Sembrano proprio ingiuste.
Srila Prabhupada: In realtà voi non credete in Dio. E questo è il vero problema. Voi credereste in Dio solo se Dio fosse un vostro servitore o fosse pronto a soddisfare i vostri ordini.
Uno dei miei confratelli, dalla Germania, mi ha detto che nella seconda guerra mondiale, quando i tedeschi andarono a combattere, tutte le donne furono lasciate a casa. Così le donne andavano in chiesa a pregare Dio affinché i loro mariti, i loro padri e i loro figli tornassero a casa. Ma nessuno di loro tornò e tutte diventarono atee. "Ah, è inutile andare in chiesa! Ho pregato così tanto per mio marito ma non è ritornato. E' inutile". Così questo è il loro modo di comprendere Dio. Quando fu dichiarata la guerra nessuno consultò Dio. Ma quando i loro mariti stavano per andare a morire allora si rivolsero a Lui. Ordinarono a Dio di far tornare i loro mariti incolumi. "Dio non l'ha fatto tornare a casa. Quindi Dio è ingiusto e quindi non siamo interessate a Dio". E anche qui si ha questa attitudine: quando le persone si comportano in modo peccaminoso, Dio non viene mai consultato. Ma quando soffrono, allora piangono davanti a Dio e, se non esegue i loro ordini, diventano tutti atei. "Dio è ingiusto!" dicono. E questo succede perché sono dei mascalzoni!















Libri

SRIMAD BHAGAVATAM



Primo Canto: "La Creazione"

Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.



CAPITOLO TRE

Krsna è la fonte di tutti gli avatara

ekonavimse: nel diciannovesimo; vimsatime: nel ventesimo; vrsnisu: nella famiglia dei Vrsni, o dinastia Yadu; prapya: avendo ottenuto; janmani: nascite; rama: Balarama; krsnau: Sri Krsna; iti: così; bhuvah: del mondo; bhagavan: il Signore Supremo; aharat: tolse; bharam: fardello.



TRADUZIONE

Come diciannovesimo e ventesimo avatara, il Signore apparve sotto l'aspetto di Sri Balarama e Sri Krsna nella famiglia Vrsni (la dinastia Yadu) e soppresse così il fardello del mondo.



SPIEGAZIONE

L'uso specifico del termine bhagavan in questo verso indica che Balarama e Krsna sono le forme originali di Dio. Questo punto sarà spiegato ancora in seguito. Come abbiamo detto all'inizio di questo capitolo, Sri Krsna non è un'emanazione del Purusa. Egli è il Signore Supremo nella Sua forma originale, e Balarama è la Sua prima emanazione plenaria. Da Baladeva, o Balarama, proviene la prima serie di emanazioni plenarie, cioè Vasudeva, Sankarsana, Aniruddha e Pradyumna. Sri Krsna è Vasudeva, Balarama è Sankarsana.



VERSO 24


tatah kalau sampravrtte
sammohaya suradvisam
buddho namnanjanasutah
kikatesu bhavisyati

tatah: poi; kalau: l'età di Kali; sampravrtte: essendo venuta; sammohaya: al fine di confondere; sura: i teisti; dvisam: coloro che invidiano; buddhah: Buddha; namna: col nome di; anjanasutah: il figlio di Anjana; kikatesu: nel distretto di Gaya (Bihar); bhavisyati: nascerà.



TRADUZIONE

Poi, all'inizio dell'età di Kali, il Signore apparirà nella forma di Buddha, il figlio di Anjana, nel distretto di Gaya, al solo scopo di confondere coloro che invidiano i fedeli teisti.



SPIEGAZIONE

Buddha, potente avatara, apparve nel distretto di Gaya (Bihar) come figlio di Anjana. Egli diffuse una sua interpretazione del concetto di nonviolenza e rinnegò perfino i sacrifici di animali autorizzati dai Veda. All'epoca del suo avvento, l'intera umanità era caduta nell'ateismo e mostrava un desiderio smodato per il consumo di carne animale. Col pretesto di compiere sacrifici vedici, ogni casa si era praticamente trasformata in un mattatoio, dove si dava via libera all'uccisione di animali. Mosso da pietà per le povere bestie, Buddha iniziò a predicare la nonviolenza. Predicò di non prestar fede alla norma vedica e insistette sui nefasti effetti psicologici a cui si va incontro abbattendo gli animali. Gli uomini del kaliyuga, poco intelligenti e privi di fede in Dio, aderirono allora ai suoi principi, e intrapresero così la via della disciplina morale e della nonviolenza, le due tappe preliminari a ogni progresso nella realizzazione di Dio. Egli ingannò in questo modo gli atei, che si rifiutavano di credere in Dio, ma avevano una fede assoluta in lui, il quale non era altri che una manifestazione di Dio. I miscredenti credettero dunque in Dio, nella forma di Buddha. Questa fu la sua misericordia: egli fece in modo che gli infedeli credessero in lui.
Prima dell'avvento di Buddha predominava l'uso di abbattere gli animali col pretesto di compiere sacrifici vedici. Quando si avvicinano i Veda senza la guida della successione di maestri spirituali autentici, è facile lasciarsi confondere dal linguaggio fiorito di questo immenso sapere. La Bhagavadgita sostiene che questi lettori così sfortunati vengono inevitabilmente deviati perché non ricevono la conoscenza dei Veda dalle fonti spirituali autentiche della successione dei maestri. In realtà, essi non sanno vedere al di là dei sacrifici rituali, perciò la Bhagavadgita afferma che la loro conoscenza non va in profondità. Secondo la Bhagavadgita (15.15) tutta la conoscenza contenuta nei Veda è destinata a elevarci gradualmente fino al Signore Supremo (vedais ca sarvair aham eva vedyah). Tutti i Testi vedici mirano alla conoscenza del Signore Supremo, dell'anima individuale, dell'ordine universale e della relazione tra questi diversi elementi. Una volta conosciuta questa relazione si comincia ad agire di conseguenza e come risultato si ottiene molto facilmente il fine dell'esistenza, il ritorno a Dio. Sfortunatamente, chi possiede una falsa erudizione sui Veda si lascia affascinare solo dai riti purificatori e il suo progresso spirituale viene così ostacolato.
Buddha venne per condurre verso il teismo tutti questi empi, deviati dall'ateismo. Perciò egli volle dapprima mettere fine al vizio di massacrare le bestie. Coloro che uccidono gli animali rappresentano infatti elementi pericolosi sulla via del ritorno a Dio. Ci sono due categorie di persone che uccidono gli animali: quelli che massacrano le bestie propriamente dette, e quelli che hanno perduto la loro identità spirituale, perché talvolta l'anima è anche detta "l'animale", o l'essere vivente.
Maharaja Pariksit affermava che l'assassino di animali è l'unico che non può gustare il messaggio trascendentale del Signore Supremo. Perciò se gli uomini vogliono incamminarsi sul sentiero del ritorno a Dio, devono innanzi tutto mettere fine a ogni uccisione di animali, sotto l'una o l'altra delle due forme. E' assurdo credere che l'uccisione di animali non freni la realizzazione spirituale. Con l'età di Kali è sorto un gran numero di pretesi sannyasi che diffondono questa idea pericolosa e incoraggiano, col pretesto della legge vedica, l'abbattimento di animali. La questione è già stata discussa durante una conversazione tra Sri Caitanya e Maulana Chand Kadi Shaheb: i sacrifici di animali raccomandati dai Veda non hanno niente a che vedere col massacro di bestie innocenti nei mattatoi. Ma gli asura, falsi eruditi dei Veda, insistevano con accanimento su quest'aspetto dei sacrifici animali, perciò Buddha dovette fingere di rinnegare l'autorità dei Testi sacri. Egli agì così per strappare gli uomini al vizio di uccidere gli animali e per proteggere le povere bestie dal massacro che riservavano loro i "fratelli maggiori", che solo a parole si dicono desiderosi di fraternità, pace, giustizia e uguaglianza universale. Non c'è giustizia quando permettiamo l'uccisione di bestie innocenti. Buddha volle dunque porre un termine definitivo a tutta questa carneficina, e il suo culto dell'ahimsa fu diffuso a questo scopo non solo in India ma anche fuori dal continente.
Si può dire, da un punto di vista specifico, che la filosofia di Buddha sia una forma di ateismo, perché non riconosce il Signore Supremo e rinnega l'autorità dei Veda. Ma non si tratta che di una strategia usata dal Signore. Buddha, come manifestazione di Dio, è l'autore originale della conoscenza vedica. Egli non può quindi rifiutare questa conoscenza. Se finge di farlo è solo perché i suradvisa, i demoni che invidiano sempre i devoti del Signore, tentavano di giustificare l'abbattimento della mucca o degli animali in generale appellandosi a Testi vedici (come fanno ancora alcuni sannyasi "alla moda"). E' per questa ragione soltanto che Buddha rifiutò l'autorità delle Scritture vediche. Il suo comportamento è pura strategia e non poteva essere diversamente, altrimenti non sarebbe stato riconosciuto come l'avatara annunciato dalle Scritture stesse. E il poeta Jayadeva, un acarya vaisnava, non l'avrebbe glorificato nei suoi inni sublimi. Buddha riprese l'insegnamento dei principi basilari dei Veda secondo le esigenze del tempo (come farà più tardi anche Sankaracarya) al fine di ristabilire l'autorità dei Veda. Sia l'avatara Buddha che Sankaracarya spianarono nuovamente la via al teismo, e gli acarya vaisnava che vennero in seguito, specialmente Sri Caitanya Mahaprabhu, che era il Signore stesso, diressero gli uomini su questa via, guidandoli a realizzare Dio e ritornare a Lui.
Noi consideriamo positivo l'interesse della gente per il movimento non violento di Buddha, ma sarà preso così seriamente da far chiudere tutti i mattatoi? Altrimenti, che senso ha il culto dell'ahimsa?
Lo SrimadBhagavatam fu compilato proprio prima del kali-yuga, circa 5000 anni fa, mentre Buddha apparve circa 2600 anni fa. Lo SrimadBhagavatam aveva dunque predetto la venuta di Buddha. Ciò dimostra il valore di questo testo, ricco anche di numerose altre profezie che si vanno realizzando tutte, una dopo l'altra. Ciò contribuisce a convalidare il carattere assoluto dello SrimadBhagavatam, dove non c'è traccia di errore, d'illusione, d'inganno o imperfezione, che sono le quattro debolezze proprie di ogni anima condizionata. Le anime liberate si trovano al di là di queste imperfezioni e possono così vedere e predire avvenimenti futuri, anche molto lontani.



VERSO 25


athasau yugasandhyayam
dasyuprayesu rajasu
janita visnuyasaso
namna kalkir jagatpatih

atha: poi; asau: lo stesso Signore; yugasandhyayam: alla congiunzione degli yuga; dasyu: predoni; prayesu: quasi tutti; rajasu: i dirigenti; janita: apparirà; visnu: di nome Visnu; yasasah: detto Yasa; namna: col nome di; kalkih: l'avatara Kalki; jagatpatih: il Signore della creazione.



TRADUZIONE

E alla congiunzione delle due ere, quando quasi tutti i governanti della Terra saranno diventati dei predoni, il Signore dell'universo apparirà come Kalki, il figlio di Visnu Yasa.



SPIEGAZIONE

Questa è un altra predizione: quella dell'avvento di Kalki, un avatara che deve apparire alla congiunzione di due cicli, nel momento in cui finisce il kaliyuga e inizia un nuovo satyayuga. I quattro yuga - Satya, Treta, Dvapara e Kali - si succedono infatti come i mesi dell'anno. L'età di Kali, in cui viviamo attualmente, dura 432000 anni, di cui solo 5000 sono già trascorsi perché quest'era iniziò dopo la battaglia di Kuruksetra, alla fine del regno di Maharaja Pariksit. Restano dunque da trascorrere ancora 427000 anni. Passato questo tempo, verrà l'avatara Kalki, come ha profetizzato lo SrimadBhagavatam, che menziona anche il nome di suo padre, Visnu Yasa, brahmana erudito, e il nome del suo villaggio, Sambhala. Queste predizioni si avvereranno in ordine cronologico, una dopo l'altra. Tale è l'attualità dello SrimadBhagavatam.



VERSO 26


avatara hy asankhyeya
hareh sattvanidher dvijah
yathavidasinah kulyah
sarasah syuh sahasrasah

avatarah: manifestazioni divine; hi: certamente; asankhyeyah: innumerevoli; hareh: del Signore, Hari; sattvanidheh: dell'oceano di virtù; dvijah: i brahmana; yatha: così come; avidasinah: inesauribili, kulyah: ruscelli; sarasah: di vasti laghi; syuh: sono; sahasrasah: migliaia di.



TRADUZIONE

O brahmana, le innumerevoli manifestazioni del Signore, oceano di virtù, sono come infiniti ruscelli che scorrono da sorgenti inesauribili.



SPIEGAZIONE

L'elenco delle manifestazioni divine riportato qui è incompleto e dà solo un breve accenno degli avatara. In realtà ne esistono molti altri, come Sri Hayagriva, Hari, Hamsa, Prsnigarbha, Vibhu, Satyasena, Vaikuntha, Sarvabhauma, Visvaksena, Dharmasetu, Sudhama, Yogesvara, Brhadbhanu e altri, apparsi nel corso di ere passate. Nelle sue preghiere al Signore, Sri Prahlada Maharaja dice: "Tu appari, o mio Signore, in tante forme quante sono le specie viventi, tra gli esseri acquatici, i vegetali, i rettili, gli uccelli, i mammiferi, gli uomini, gli esseri celesti, ecc., per proteggere i fedeli e annientare i miscredenti. Appari secondo le esigenze di ogni yuga; così nell'età di Kali Tu assumi l'aspetto di un devoto." Si tratta naturalmente di Sri Caitanya Mahaprabhu. Numerosi altri passi dello SrimadBhagavatam e di altre Scritture menzionano esplicitamente questo avatara. La Brahmasamhita afferma anche, in modo indiretto, che sebbene il Signore discenda più volte in forme diverse - Rama, Nrsimha, Varaha, Matsya, Kurma, ecc. - Si manifesta talvolta nella Sua forma originale, come Sri Krsna, o Sri Caitanya Mahaprabhu. Non deve allora essere considerato un avatara come gli altri, bensì la fonte di tutti gli avatara, come spiegherà lo sloka seguente.
Il Signore è dunque la fonte inesauribile di innumerevoli avatara. Le Scritture non li menzionano tutti individualmente, ma sono riconosciuti per le straordinarie imprese di cui nessun altro sarebbe capace. Questo è generalmente il modo per riconoscere un avatara direttamente o indirettamente dotato di poteri. La maggior parte degli avatara menzionati prima, come Matsya, per esempio, sono emanazioni plenarie: alcuni, tuttavia, sono provvisti dal Signore di poteri specifici, come i Kumara, dotati della conoscenza trascendentale, o Sri Narada, elevato a maestro del servizio di devozione, o ancora Prthu Maharaja, munito di poteri esecutivi. Così, le innumerevoli manifestazioni del Signore appaiono continuamente e senza fine in tutti gli universi come il flusso ininterrotto di una cascata.



VERSO 27


rsayo manavo deva
manuputra mahaujasah
kalah sarve harer eva
saprajapatayah smrtah

rsayah: tutti i saggi; manavah: tutti i Manu; devah: tutti gli esseri celesti; manuputrah: tutti i discendenti di Manu; mahaojasah: molto potenti; kalah: emanazioni di emanazioni plenarie; sarve: tutti; hareh: del Signore; eva: certamente; saprajapatayah: con i Prajapati; smrtah: sono conosciuti.



TRADUZIONE

Tutti i rsi, Manu, esseri celesti e discendenti di Manu, dotati di notevole potenza, e i Prajapati, sono tutti emanazioni plenarie o emanazioni di emanazioni plenarie del Signore.



SPIEGAZIONE

Gli avatara dotati di poteri relativamente minori sono detti vibhuti, mentre quelli dotati di poteri relativamente maggiori sono detti avesa.



VERSO 28


ete camsakalah pumsah
krsnas tu bhagavan svayam
indrarivyakulam lokam
mrdayanti yuge yuge

ete: tutti questi (avatara); ca: e; amsa: emanazioni plenarie; kalah: emanazioni di emanazioni plenarie; purusah: del Signore Supremo; krsnah: Sri Krsna; tu: ma; bhagavan: Dio, la Persona Suprema; svayam: in persona; indraari: i nemici di Indra; vyakulam: disturbati; lokam: pianeti; mrdayanti: proteggono; yuge yuge: nelle varie ere.



TRADUZIONE

Tutti questi avatara sono emanazioni plenarie del Signore o emanazioni di queste emanazioni plenarie. Ma Sri Krsna è Dio, il Signore Supremo nella Sua forma primordiale. Ogni volta che in qualche luogo dell'universo gli atei seminano la discordia, il Signore appare per proteggere i Suoi devoti.



SPIEGAZIONE

Questo verso distingue in modo particolare Sri Krsna, il Signore Supremo, da tutti gli altri avatara. Egli è incluso tra gli avatara solo perché, nella Sua infinita misericordia, discende dal Suo regno spirituale (il termine avatara significa letteralmente "colui che discende"). Tutti gli avatara, compreso il Signore nella Sua forma primordiale, discendono sui diversi pianeti dell'universo e nelle varie specie viventi per compiere missioni ben precise. Il Signore viene talvolta in persona, altre volte delega le Sue emanazioni plenarie o le emanazioni di queste o anche le Sue emanazioni parziali, direttamente o indirettamente dotate da Lui di poteri. Per Sua natura, il Signore possiede pienamente tutte le perfezioni - bellezza, ricchezza, fama, potenza, saggezza e rinuncia - e se le Sue emanazioni plenarie o le emanazioni di queste mostrano solo una parte di queste perfezioni quando appaiono, è perché vengono a soddisfare soltanto le esigenze delle loro rispettive missioni. Una lampadina accesa in una stanza non rivela tutto il potere della centrale elettrica, che può simultaneamente alimentare grandi complessi industriali. Così, i diversi avatara manifestano i poteri del Signore solo in proporzione alle esigenze dettate dalle circostanze.
L'avatara Parasurama, per esempio, mostrò un'incomparabile potenza distruggendo in ventuno riprese gli ksatriya ribelli, e Sri Nrsimha vincendo il potentissimo ateo Hiranyakasipu.
Quest'ultimo era così potente che al minimo corrugarsi delle sue sopracciglia gli esseri celesti sugli altri pianeti tremavano. Gli esseri celesti godono di un tenore di vita di gran lunga superiore a quello umano per longevità, bellezza e ricchezza; tuttavia temevano Hiranyakasipu. Immaginiamo solo la sua potenza materiale! Nonostante tutto fu dilaniato dalle unghie dell'avatara Nrsimha. Questo episodio dimostra chiaramente che nessuno, per quanto potente sia dal punto di vista materiale, può opporre resistenza alle potenti unghie del Signore.
Similmente, Jamadagnya, o Parasurama, manifestò la potenza incomparabile del Signore uccidendo i re demoniaci, tutti fortemente radicati nei loro rispettivi reami. Narada (avatara direttamente dotato di poteri), Varaha (emanazione plenaria del Signore) e Buddha (avatara indirettamente dotato di poteri) infusero la fede nella gente. Rama e Dhanvantari mostrarono la fama del Signore Balarama, Mohini e Vamana rivelarono la Sua bellezza. Dattatreya, Matsya, i Kumara e Kapila manifestarono la Sua conoscenza trascendentale, e Nara Narayana Rsi mostrarono la Sua rinuncia. Ogni avatara rivelò così, per via diretta o indiretta, alcuni aspetti del Signore, ma Sri Krsna, il Signore stesso nella Sua forma primordiale, manifestò tutte le perfezioni di Dio, provando così di essere la sorgente di tutti gli avatara. Il Suo aspetto più meraviglioso lo rivelò manifestando la Sua potenza interna attraverso i Suoi divertimenti con le gopi.
(continua nel prossimo numero)















BIG BANG

UNA TEORIA OPINABILE

Quando viene osservata da vicino,
l'azzardata spiegazione dei cosmologi sull'origine
e sulla struttura dell'universo crolla.

Sollevate lo sguardo verso il cielo notturno, pieno di stelle e pianeti. Da dove ha origine tutto questo? Oggigiorno la maggior parte degli scienziati risponde a tale interrogativo con una delle tante versioni della teoria del big bang. Al principio, sentirete, tutta la materia dell'universo era concentrata in un unico punto a una temperatura estremamente alta, poi è esplosa con una forza tremenda.
Da una surriscaldata nube di particelle subatomiche in espansione gradualmente si formarono gli atomi poi le stelle, le galassie e, infine, la vita. Questa storia ha assunto ormai lo status di verità rivelata. In descrizioni che deliberatamente evocano l'atmosfera della Genesi, la storia delle origini primordiali è elaboratamente presentata in innumerevoli libri di testo, volumetti divulgativi, riviste scientifiche e servizi speciali televisivi, completi di effetti generati con il computer.
Come storia eccitante e appassionante, indubbiamente funziona. E poiché la storia del big bang sembra basata su un'osservazione dei fatti e sul metodo scientifico, a molte persone sembra più ragionevole delle versioni religiose della creazione. La teoria cosmologica del big bang è tuttavia solo l'ultima di una serie di tentativi di spiegare l'universo in modo meccanicistico, un modo che vede l'uomo e il mondo, unicamente come prodotti della materia funzionanti in accordo con leggi materiali.
Gli scienziati tradizionalmente respingono le spiegazioni soprannaturali dell'origine dell'universo, specie quelle che implicano una Persona Suprema che lo crea, dicendo che esse contraddirebbero il loro metodo scientifico. Nella visione meccanicistica del mondo Dio, ammesso e non concesso che esista, è ridotto al ruolo di un misero servitore che si limita tutt'al più a dare la carica all'orologio dell'universo. Perciò Egli non ha altra scelta che quella di permettere che tutto accada in conformità con le leggi fisiche. Ciò rende queste leggi, in realtà, più potenti dello Stesso Dio. Oppure Dio diviene semplicemente un'energia universale senza forma. Non c'è decisamente molto posto per un Dio personale, un progettista e controllore supremo, nell'universo descritto dai teorici del big bang. Erwin Schrodinger, il fisico teorico austriaco, vincitore di un premio Nobel, che scoprì l'equazione fondamentale della meccanica quantistica, afferma in Mind and Matter (Mente e materia): "Nessun Dio personale può essere parte di un modello del mondo che è diventato accessibile soltanto al prezzo di una rimozione di qualsiasi elemento personale". 1
Quindi non dovremmo pensare che sia grazie alle loro scoperte empiriche che gli scienziati hanno eliminato Dio dall'universo o limitato il Suo ruolo in esso. Piuttosto, fin dall'inizio il metodo da loro prescelto toglie di mezzo Dio.
Il tentativo degli scienziati di comprendere l'origine dell'universo in termini puramente fisici si basa su tre ipotesi: a) che tutti i fenomeni possano essere completamente spiegati mediante leggi naturali espresse nel linguaggio della matematica, b) che queste leggi fisiche siano valide dovunque e in ogni tempo, e c) che le leggi naturali fondamentali siano semplici.
Molte persone danno per scontate queste ipotesi, ma esse non si sono dimostrate dei fatti, né è possibile dimostrarle facilmente. Esse fanno semplicemente parte di una strategia per affrontare la realtà. Osservando i complessi fenomeni che si presentano a qualsiasi osservatore dell'universo, gli scienziati hanno deciso di tentare un approccio riduzionistico. Essi dicono: "Cerchiamo di ridurre tutto quanto a delle misurazioni e cerchiamo di spiegarle mediante semplici, universali leggi fisiche". Ma non c'è nessun motivo logico per escludere in anticipo strategie alternative per comprendere l'universo, strategie che potrebbero implicare leggi e principi d'irriducibile complessità. Eppure molti scienziati, confondendo la loro strategia per cercar di comprendere l'universo con la vera natura dell'universo stesso, escludono a priori tali approcci alternativi. Essi insistono che l'universo può essere completamente descritto mediante semplici leggi matematiche. "Noi speriamo di spiegare l'intero universo in una sola, semplice formula che possiate portar scritta sulla vostra maglietta", 2 dice Leon Lederman, direttore del Fermi National Accelerator Laboratory di Batavia, Illinois.


figura:
Kenneth R.
Boluding,
presidente
dell'Associazione
per il Progresso
della Scienza
(1980).


Ci sono parecchi motivi per cui gli scienziati si sentono obbligati ad adottare la loro strategia di semplificazione. Se la realtà fondamentale dell'universo può essere descritta mediante semplici leggi quantitative, allora c'è qualche probabilità che essi possano comprenderla (e manipolarla), anche considerando le limitazioni della mente umana. Perciò sperano che essa possa essere descritta in questo modo e inventano una miriade di teorie per poterlo fare. Ma se l'universo è infinitamente complesso, sarebbe molto difficile per noi comprenderlo con i limitati poteri della mente e dei sensi umani. Per esempio, supponete che vi sia data una serie di un milione di numeri e vi venga chiesto di descriverne il modello con un'equazione. Se il modello fosse semplice, voi potreste essere in grado di farlo. Ma se il modello fosse estremamente complesso, potreste non essere neppure in grado d'indovinare quale sarebbe l'equazione. E naturalmente anche la strategia degli scienziati fallirà nel suo tentativo d'interpretare aspetti dell'universo che non possono assolutamente essere descritti in termini matematici.
Così non stupisce che la gran maggioranza degli scienziati si aggrappino così tenacemente alla loro attuale strategia con l'esclusione di tutti gli altri approcci. Fanno pensare a un uomo che ha perso le chiavi della sua macchina nel vialetto di casa sua e va a cercarle nella strada principale, dove l'illuminazione è migliore.
Tuttavia, la convinzione degli scienziati che le leggi fisiche scoperte in esperimenti di laboratorio sulla terra valide indipendentemente da considerazioni di tempo e di spazio è indubbiamente opinabile. Per esempio, il semplice fatto che in laboratorio si possa osservare che i campi elettrici si comportano in un certo modo non garantisce che agiscano allo stesso modo anche a vaste distanze e in epoche anteriori alla nostra di miliardi di anni. Eppure tali congetture sono essenziali per i tentativi degli scienziati di spiegare cose come l'origine dell'universo e la natura di oggetti lontanissimi come i quasar. Dopo tutto, non possiamo retrocedere nel tempo di miliardi di anni fino all'origine dell'universo, e non abbiamo praticamente nessuna prova di prima mano relativa a qualcosa di situato oltre il nostro sistema solare.
Anche alcuni eminenti scienziati riconoscono i rischi comportati dall'estrapolazione dalla nostra conoscenza limitata di conclusioni circa l'universo nella sua totalità. Nel 1980 Kenneth E. Boulding, nel suo discorso presidenziale all'Associazione americana per il progresso della scienza, disse: "La cosmologia... è probabilmente una scienza molto incerta, semplicemente perché studia un universo vastissimo con un campione molto esiguo aperto alle più varie interpretazioni. Noi l'abbiamo studiato con cura solo per una frazione assai piccola del suo arco di tempo completo, e conosciamo intimamente una frazione ancora più piccola del suo spazio totale". 3
Ma non solo le conclusioni dei cosmologi sono insicure, a quanto pare, anche il loro tentativo complessivo di far quadrare un semplice modello matematico dell'universo con le sue caratteristiche osservabili presenta difficoltà fondamentali, che ora descriveremo.



La temuta singolarità

Uno dei più grandi problemi affrontati dai teorici del big bang è che, benché essi tentino di spiegare "l'origine dell'universo", l'origine da essi proposta è matematicamente non descrivibile. Secondo le teorie standard del big bang, la condizione iniziale dell'universo è stata un punto, dalla circonferenza infinitesimale e dalla densità e dalla temperatura infinite. Una simile condizione iniziale sfugge a una descrizione matematica. Non se ne può dire nulla. Qualsiasi calcolo estremamente complicato si faccia. E' come cercar di dividere un numero per zero: che cosa otterrete? 1?...5?...5 trilioni? E' impossibile dirlo. In linguaggio tecnico, questo fenomeno è detto "singolarità".
Sir Bernard Lovell, professore di radioastronomia presso l'Università di Manchester, scrisse a proposito delle singolarità: "Nell'approccio a una descrizione fisica dell'inizio del tempo, a questo punto raggiungiamo una barriera. Il problema è se questa realtà sia o non sia realmente una barriera fondamentale a una descrizione scientifica dello stato iniziale dell'universo, e le difficoltà concettuali associate alla considerazione di un'entità singola all'inizio del tempo sono questioni d'importanza cruciale per il pensiero moderno". 4
Finora, la barriera non è stata superata neppure dai maggiori esponenti della teoria del big bang. Il Premio Nobel Steven Weinberg lamenta: "Purtroppo, non posso cominciare il film (la sua suggestiva descrizione del big bang) a un tempo zero e a una temperatura infinita". 5 Quindi troviamo che la teoria del big bang non descrive minimamente l'origine dell'universo, perché la singolarità iniziale è per definizione non descrivibile.
Perciò la teoria del big bang è letteralmente un pasticcio fin dall'inizio.
Mentre in descrizioni popolari del big bang la difficoltà relativa alla singolarità iniziale viene ignorata o resa plausibile, è riconosciuta come una grave pietra d'inciampo negli studi più tecnici di scienziati che tentano di affrontare le sue reali implicazioni matematiche. Stephen Hawking, professore di matematica presso l'Università di Cambridge, e G. F. R. Ellis, professore di matematica presso l'Università di Città del Capo, nel loro autorevole testo The Large Scale Structure of SpaceTime (La struttura su ampia scala dello spaziotempo), osservano: "Sembra un buon principio che la predizione di una singolarità attraverso una teoria fisica indichi che la teoria non ha retto". 6
E aggiungono: "I risultati da noi ottenuti sostengono l'idea che l'universo abbia avuto inizio in un periodo di tempo finito. Tuttavia la vera essenza della creazione, la singolarità, esula dalla portata delle leggi attualmente note della fisica". 7
Qualsiasi spiegazione dell'origine dell'universo che inizi con qualcosa di fisicamente non descrivibile è certamente opinabile. C'è poi un'altra difficoltà. Da dove è saltata fuori la singolarità? Qui gli scienziati si trovano ad affrontare la stessa difficoltà incontrata dai "religionisti" da loro stuzzicati con la domanda "Da dove è saltato fuori Dio?" E così come i "religionisti" rispondono che Dio è la causa senza causa di tutte le cause, gli scienziati si trovano di fronte alla prospettiva di dichiarare un punto matematicamente non descrivibile, di densità infinita e di dimensioni infinitesimali, esistente prima di qualsiasi concezione di tempo e di spazio, come la causa incausata di tutte le cause. A questo punto, il malcapitato scienziato si rende colpevole dello stesso imperdonabile crimine intellettuale di cui aveva sempre accusato i santi e i mistici: il delitto di fare affermazioni soprannaturali fisicamente non verificabili. Appare quindi logico che se egli vuole conoscere almeno qualcosa dell'origine dell'universo, dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di accettare metodi di ricerca e di sperimentazione che trascendono il dominio fisico.



Tentativi di soluzione

Restii ad affrontare questa sgradevole prospettiva, i teorici hanno proposto una moltitudine di variazioni sulla teoria del big bang nel tentativo di aggirare il problema della singolarità. Un approccio è stato quello l'ipotizzare che l'uni verso non sia iniziato con una singolarità perfetta. Sir Bernard Lovell sostiene che la singolarità nell'universo del big bang "è stata spesso considerata una difficoltà matematica derivata dal presupposto che l'universo sia uniforme". 8
I modelli classici per l'universo del big bang hanno una perfetta simmetria matematica, e certi fisici pensarono che fosse questa la causa di una singolarità quando elaborarono le risposte matematiche alle equazioni per lo stato iniziale del big bang a un tempo zero. A titolo di correzione, alcuni teorici introdussero nei loro modelli irregolarità simili a quelle dell'universo osservato. Ciò, si sperava, avrebbe conferito allo stato iniziale un'irregolarità sufficiente a impedire che tutto si riducesse a un unico punto. Ma questa speranza fu vanificata da Hawking ed Ellis, i quali affermano che secondo il loro calcolo un modello del big bang con irregolarità nella distribuzione della materia nella scala osservata deve pur avere all'inizio una singolarità". 9



Il problema delle origini

Il problema della singolarità fa semplicemente parte del problema più ampio di come comprendere l'origine della condizione iniziale dell'universo, quale che possa essere stata. Se un modello delle origini universali implica una singolarità, ciò crea indubbiamente gravi difficoltà teoretiche. Ma anche se la singolarità può essere evitata in un modo o nell'altro, ci troviamo di nuovo di fronte al problema dell'origine del mondo. Nella speranza di aggirare l'intero problema delle origini, alcuni scienziati hanno proposto la teoria del cosiddetto "Universo infinitamente rimbalzante", un universo che si espande, si contrae in una singolarità e di nuovo si espande e si contrae di continuo nel corso di un tempo illimitato. Non c'è inizio e non c'è fine, solo un ciclo incessante. Ciò risolve il problema dell'origine dell'universo proponendo che non ci sia un'origine e che l'universo materiale sia sempre esistito. Ma questo modello presenta alcuni gravi problemi. Innanzi tutto, nessuno ha mai proposto un meccanismo soddisfacente applicabile alla teoria dell'"universo rimbalzante". Inoltre, nel libro The First Three Minutes (I primi tre minuti) il fisico Steven Weinberg fa rilevare che con ciascun rimbalzo successivo devono determinarsi nell'universo mutamenti progressivi. Ciò indica che a un certo punto deve esserci un inizio e non un regresso esteso a un periodo infinito di tempo. 10
E così ci troviamo di nuovo di fronte alla questione delle origini.


Nella teoria classica del big bang, l'universo inizia con un punto di volume zero e densità e temperatura infinite: impossibilità matematica nota come singolarità.



Un altro tentativo creativo di sfuggire alla necessità di affrontare il problema delle origini è il modello dell'universo rimbalzante a inversione di tempo proposto dall'astrofisico inglese Paul Davies. L'universo si espanderebbe col tempo scorrente in avanti e poi collasserebbe fino a una singolarità. Durante il rimbalzo, il tempo scorre a ritroso mentre l'universo
si espande e collassa di nuovo in una singolarità, la stessa singolarità da cui iniziò il suo precedente ciclo in avanti. In questo modello, il passato diventa il futuro e il futuro diventa il passato, rendendo così priva di significato l'affermazione "all'inizio". Questo scenario dà una vaga indicazione dei molti schemi immaginativi a cui i cosmologi sono stati costretti a ricorrere per spiegare l'origine dell'universo.



L'universo inflazionario

Del tutto distanti dal problema dell'origine della condizione iniziale dell'universo, ci sono altri problemi che danno filo da torcere ai moderni cosmologi.
Perché la teoria standard del big bang predica la distribuzione della materia da noi osservata nell'universo, lo stato iniziale dev'essere sintonizzato a un grado incredibile. Si pone allora questo interrogativo: in che modo lo stato iniziale si verificò in tale condizione? Il fisico Alan H. Guth del M.I.T. ha proposto una versione del modello del big bang che produce automaticamente le sintonizzazioni richieste, eliminando la necessità d'introdurle artificialmente nelle equazioni. Tale versione è chiamata modello inflazionario, e ipotizza che in una regione surriscaldata e in rapida espansione dell'universo una piccola sezione si raffreddi e poi cominci ad espandersi in modo molto più violento, così come l'acqua superraffreddata si espande rapidamente una volta che si è congelata. E' questa fase di rapida espansione che risolve alcune delle difficoltà insite nelle teorie standard del big bang.
Ma la versione di Guth presenta difficoltà tutte sue. Guth è stato costretto a sintonizzare le sue equazioni per far sì che dessero come risultato il suo universo inflazionario. Così egli si trova di fronte alla stessa difficoltà che il suo modello pretendeva di risolvere. Egli aveva sperato di spiegare la sintonizzazione richiesta nell'universo del big bang, ma ha bisogno di una sua propria sintonizzazione che rimane non spiegata. Guth e il suo collaboratore Paul J. Steinhardt ammettono che nel loro modello "i calcoli danno predizioni ragionevoli solo se ai parametri vengono assegnati valori in una scala ristretta. La maggior parte dei teorici (compresi noi due) considerano tale sintonizzazione come non plausibile". 11
Essi proseguono esprimendo la speranza che in futuro verranno sviluppate teorie matematiche che permetteranno loro di dare un'espressione plausibile del loro modello.
Questa dipendenza da sviluppi futuri finora irrealizzati pone in luce un'altra delle difficoltà presentate dal modello di Guth. Le grandi teorie unificate su cui si basa l'universo inflazionario sono del tutto ipotetiche e "traggono scarsi elementi di conferma da esperimenti controllati perché la maggior parte delle loro implicazioni non possono essere misurate in laboratorio". 12
(Le grandi teorie unificate sono tentativi molto speculativi di collegare fra loro alcune delle forze fondamentali dell'universo).
Un altro problema presentato dalla teoria di Guth è che esso non tenta neppure di spiegare l'origine delle condizioni di surriscaldamento e di espansione necessarie perché abbia luogo la sua inflazione. Egli si è gingillato con tre origini ipotetiche. La prima è il big bang standard: secondo Guth l'episodio inflazionario avrebbe luogo nei primissimi stadi del big bang. Questo modello ci lascia però con l'intricato problema della singolarità di cui abbiamo già parlato. La seconda opzione è quella di presumere una condizione iniziale di caos dominata dal caso, in cui alcune regioni sarebbero caldissime e altre fredde, alcune in espansione e altre in contrazione. L'inflazione inizierebbe in una zona surriscaldata e in espansione. Ma Guth ammette che non c'è spiegazione per l'origine dell'immaginato caos casuale primordiale.
La terza alternativa, favorita dallo stesso Guth, è che la regione surriscaldata in espansione emerga, secondo le leggi della meccanica quantistica dal nulla. In un articolo apparso nel 1984 sullo Scientific American, Guth e Paul J. Steinhardt affermano: "Il modello inflazionario dell'universo fornisce un possibile meccanismo mediante il quale l'universo osservato potrebbe essersi evoluto da una regione infinitesimale. E' perciò stimolante compiere un passo ulteriore e speculare che l'intero universo si sia evoluto letteralmente dal nulla". 13
Per quanto attraente possa sembrare quest'idea a scienziati che storcono il naso di fronte a qualsiasi suggerimento di un'intelligenza suprema che abbia progettato l'universo, essa non regge a un'attenta analisi". Il "nulla" letterale di cui Guth parla è un ipotetico stato di vuoto, secondo la meccanica quantistica, contemplato in una definitiva grandiosa teoria unificata ancora da formularsi che combini le equazioni sia della meccanica quantistica che della relatività generale. In oltre parole, questo stato di vuoto non può al presente essere descritto, neppure in termini teorici.
Tuttavia, i fisici hanno già presentato una descrizione di un tipo più semplice di stato di vuoto in termini di meccanica quantistica che può essere visualizzato come contenente un mare di "particelle virtuali", frammenti atomici quasi  ma non totalmente  inesistenti. Di tanto in tanto alcune di queste particelle subatomiche schizzano fuori dal vuoto nella realtà materiale. Tali eventi sono chiamati fluttuazioni di vuoto. Le fluttuazioni non possono essere osservate direttamente, ma teorie basate su di esse sono state corroborate da esperimenti di laboratorio. Ciò che avviene teoricamente e che una particella e un'antiparticella compaiono senza causa dal vuoto e quasi istantaneamente si negano a vicenda e scompaiono. Guth e i suoi colleghi ipotizzano che, invece di una semplice piccola particella sia l'intero universo ad essere uscito dal vuoto. E che, invece di scomparire istantaneamente, il nostro universo sia in un modo o nell'altro persistito per miliardi di anni. Il problema della singolarità viene evitato ipotizzando che l'universo sia giunto in esistenza un po' oltre lo stadio della singolarità.
In questo scenario ci sono due difetti fondamentali. Primo, esso implica un balzo speculativo realmente straordinario dalla nostra esperienza limitata con particelle subatomiche in laboratorio all'universo nel suo complesso. Stephen Hawking e G. F. R. Ellis ammoniscono saggiamente i loro colleghi inclini a gettarsi a capofitto in simili azzardate speculazioni: "C'è naturalmente un'ampia estrapolazione nella congettura che le leggi fisiche determinabili in laboratorio possano applicarsi ad altri punti dello spaziotempo in cui le condizioni possano essere diverse". 14
Secondo, è senz'altro fuorviante parlare del vuoto della meccanica quantistica come "letteralmente nulla". Per descrivere un vuoto secondo le leggi della meccanica quantistica, anche quello relativamente semplice della teoria attualmente esistente, sono necessari capitoli su capitoli di matematica estremamente astratta. Una simile entità è indubbiamente "qualcosa", e ciò solleva l'interessante problema della provenienza di un tale complicato "vuoto". A questo punto torniamo al problema originario che Guth cercava di risolvere col suo modello inflazionario: il tentativo di eliminare il bisogno di sintonizzare le condizioni iniziali al fine di ottenere l'universo osservato. Come abbiamo visto, il tentativo non gli è riuscito. Ma un altro problema è questo: una qualsiasi versione della teoria del big bang, compresa quella di Guth, predice realmente l'universo osservato? Ciò che Guth afferma di ottenere alla fine del suo complicato stato iniziale è un universo dello spessore di circa 10 centimetri, pieno di nient'altro che un gas superdenso e surriscaldato. Esso si espande e si raffredda, ma non c'è motivo di supporre che diventerà mai qualcosa di più una nube di un gas uniformemente distribuito. In effetti, questo è tutto quello con cui ci lascia qualsiasi teoria del big bang. Quindi se l'attuale teoria di Guth richiede inammissibili speculazioni semplicemente per sostenere un universo costituito da gas distribuiti uniformemente, possiamo ben immaginare cosa servirebbe per spiegare l'universo così come oggi lo conosciamo.
In una buona spiegazione scientifica molti complessi fenomeni possono venir dedotti da un semplice schema teorico, ma nell'universo inflazionario di Guth, e anzi in tutte le teorie classiche del big bang, abbiamo esattamente l'opposto: da un intricatissimo groviglio di equazioni, otteniamo soltanto un'uniforme palla di gas in espansione. Nonostante ciò, le riviste scientifiche pubblicano articoli sul modello inflazionario, completi di pagine d'illustrazioni altamente tecniche, che danno l'impressione che Guth abbia finalmente raggiunto l'obiettivo finale: quello di spiegare l'origine dell'universo. La realtà è tutt'altra, a quanto pare. Forse le riviste scientifiche dovrebbero pubblicare rubriche regolari che illustrino la "teoria del mese" sull'origine dell'universo.
Possiamo soltanto immaginare la complessità delle condizioni iniziali necessarie per produrre l'universo come lo conosciamo, con tutte le sue varie strutture e i suoi vari organismi. Nel nostro universo, queste condizioni sembrano essere state ordinate in modo troppo preciso per poter essere spiegate semplicemente mediante leggi fisiche. E' quindi ragionevole ammettere l'esistenza di una mente creatrice. A questo punto alcuni famosi teorici, incapaci anche solo di considerare un'idea del genere, si rifugiano in quello che chiamano "principio antropico".
Essi propongono che il vuoto della meccanica quantistica stia producendo milioni di universi. La gran maggioranza di questi universi non sono fatti in modo da generare la vita. Essi perciò non contengono osservatori che ne possano studiare le condizioni. Tuttavia le condizioni esistenti in altri universi, come nel nostro, sono tali che essi hanno prodotto degli osservatori, e quindi non è strano che questi osservatori scoprano che i loro universi possiedono alcune condizioni precise in modo abbastanza straordinario e in grado di permettere l'esistenza della vita. Secondo questa linea di pensiero, gli osservatori non dovrebbero aspettarsi di trovare altro che simili condizioni inverosimilmente complesse. In effetti, i sostenitori del principio antropico prendono l'esistenza stessa degli esseri umani come la spiegazione del perché l'universo sia costituito in modo tale da produrre esseri umani. Ma questo gioco di prestigio logico non spiega un bel nulla.
Un'altra scappatoia verbale è dire chiaro e tondo, come fanno molti scienziati, che l'universo è sorto per caso e senza una causa. Ma bisogna tener presente che anche questo non spiega un bel nulla. Dire che qualcosa avviene una volta sola per caso non si differenzia dal dire semplicemente "è successo" o "è andata così". E queste affermazioni non hanno i requisiti di spiegazioni scientifiche. Alla fine ne sappiamo quanto prima. Il altre parole, invocando o il caso o il principio antropico gli scienziati non hanno spiegato nulla circa l'origine dell'universo. A questo punto, i teorici potrebbero forse perdonarci se suggeriamo che i modelli da loro prescelti potrebbero non essere del tutto adeguati per il compito che si sono assunti. Sembra in effetti che, oltre ai problemi che abbiamo già discusso, la relatività generale e la meccanica quantistica, i due strumenti intellettuali con cui i cosmologi stanno tentando di definire lo sviluppo dell'universo, contengano certe pecche. E' vero che queste teorie si sono dimostrate validissime nella descrizione di certi fenomeni fisici, ma ciò non dimostra che siano perfette sotto tutti i punti di vista. La relatività generale descrive lo spaziotempo curvo ed è parte integrante di ogni teoria moderna sulle origini dell'universo, compresi la teoria del big bang e il modello inflazionario di Guth. Se la relatività generale abbisogna in qualsiasi modo di una revisione, allora anche qualunque teoria dell'universo basata su di essa dovrà essere riveduta. Una delle principali difficoltà della relatività generale e dell'anteriore teoria di Einstein della relatività particolare è che esse escludono il tempo così come normalmente lo comprendiamo. Nella fisica newtoniana, il tempo è trattato come una variabile separata dallo spazio. In questo modo, è possibile tracciare il grafico della traiettoria di un oggetto che si muove nello spazio e nel tempo nel seguente modo. In un particolare punto nel tempo, l'oggetto è situato in un particolare punto nello spazio. Col variare del tempo, anche la posizione dell'oggetto nello spazio varia. Ma nella teoria della relatività di Einstein questa concezione sfuma. Invece, tempo e spazio sono interconnessi in un continuum spaziotemporale quadridimensionale. Non è più possibile descrivere un oggetto come occupante un particolare punto dello spazio in un particolare punto del tempo. Una descrizione relativistica di un oggetto mostrerà la sua esistenza spaziale e temporale nella sua interezza, integrata dall'inizio alla fine, dovunque stia accadendo. Per esempio, un essere umano verrebbe descritto come l'intera progressione dall'embrione al cadavere. Tali costrutti sono definiti "vermi spaziotemporali". E la fisica non permette al verme spaziotemporale di dire: "Adesso sono un adulto e una volta ero un bambino". Non esiste passaggio del tempo; l'intera sequenza esiste come un'unità singola. Se siamo vermi spaziotemporali, siamo soltanto configurazioni di materia, non personalità dotate di coscienza. Definire gli esseri umani in questo modo invalida la nostra percezione individuale di passato, presente e futuro, e conduce quindi alla conclusione che tali percezioni siano irreali.
In una lettera a Michael Besso, Einstein scrisse: "Bisogna accettare l'idea che il tempo soggettivo col suo accento posto sul momento presente non abbia un significato soggettivo". 15
Quando Besso morì, Einstein cercò di consolare la sua vedova scrivendole: "Michael mi ha preceduto di poco nel lasciare questo strano mondo.
Anche se i cosmologi sostengono di poter spiegare l'origine dell'universo, in realtà i loro modelli danno poco più che un'uniforme nube di gas. In che modo le strutture all'interno dell'universo abbiano potuto determinarsi è ancora un mistero. Questo non è importante. Per noi che siamo fisici convinti, la distinzione fra passato, presente e futuro non è che un'illusione, per quanto tenace". 16
Ciò è in effetti una negazione della coscienza, che implica la realtà del momento percepito come presente. Noi percepiamo la nostra forma presente come reale, mentre la nostra forma infantile esiste soltanto nel ricordo. Come esseri coscienti non abbiamo difficoltà a percepire che occupiamo una particolare forma corporea in un particolare punto del tempo. Nonostante il fatto che la teoria della relatività converta una serie di eventi in una singola entità unificata spaziotemporale, in pratica percepiamo punti diversi nel tempo come una sequenza. Tutto questo significa che qualsiasi teoria sulle origini dell'universo costruita in base alla teoria della relatività non riesce a spiegare la nostra esperienza conscia del tempo, e ciò rende queste teorie, così come sono presentate, incomplete e inaccettabili.
(continua sul numero 10)

figure:
Come una freccia non colpisce un bersaglio se l'arciere non prende la mira con cura, così il modello del big bang non darà le fondamentali caratteristiche osservate dell'universo a meno che le condizioni iniziali dell'universo non siano accuratamente calibrate. Ciò solleva la questione di come l'universo abbia finito coll'essere "calibrato" in modo così preciso.

Certi cosmologi
propongono che il nostro
complesso universo sia
emerso da "letteralmente
nulla". Eppure l'universo
predetto dalla teoria del big
bang è poco più di una
semplice bolla di gas, e il
"nulla" che produce è il
vuoto della meccanica
quantistica (qui
rappresentato dalla
macchina). Lungi
dall'essere "nulla", il
vuoto della meccanica
quantistica richiede
calcoli matematici così
complicati che solo dei
capitoli potrebbero
descriverli, anche in
correnti formulazioni
incomplete.

"Se non fossi stato costruito in
modo giusto, non sarei qua a
chiedermi il perché e il percome".
Un robot senziente costruito da una
macchina assemblatrice che funziona a
casaccio potrebbe cercar di spiegare la
propria origine in questo modo. Certi
scienziati suggeriscono che sia così che
andrebbe spiegata la nostra origine.















IL CASO E L'ORIGINE

Certi scienziati usano il concetto di caso in un modo fuorviante per il pubblico. Incapaci di spiegare l'origine dell'universo mediante leggi fisiche, sostengono che è stato causato in qualche modo dal caso. Ma affermazioni del genere sono prive di significato.
Per far sì che una qualsiasi affermazione relativa a un evento casuale abbia un significato, sono necessarie molte ripetizioni dell'evento in questione. Per esempio possiamo tirare in aria una moneta molte volte e annotare i risultati. Possiamo così vedere che essi corrispondono a un modello statistico indicante una probabilità del 50% che venga testa anziché croce. La parola "caso" non si riferisce quindi a una causa, ma solo a un certo tipo di modello nei risultati di un'operazione ripetuta un sufficiente numero di volte. Una volta che abbiamo riconosciuto un modello del genere possiamo dire: "Se gettiamo in aria una moneta c'è un 50% di probabilità che venga testa".
Immaginiamo ora di poter gettare in aria una data moneta una sola volta e che venga testa. Se qualcuno chiedesse qual'è stato il risultato, potremmo dare una spiegazione causale o dire che non lo sappiamo, ma non avrebbe senso dire che è avvenuto per caso.
Che dire allora dell'universo? Non è possibile per noi osservare più di un aspetto dell'universo: possiamo vedere solo quello in cui ci troviamo. L'origine dell'universo è quindi un evento verificatosi una sola volta, e affermazioni relative ad esso che implichino il caso sono prive di significato secondo le leggi della scienza quantitativa. Tuttavia, certi teorici continuano a parlare di universi che emergono dal vuoto della meccanica quantistica per caso.
In tutta franchezza, ciò è un'altra limitazione della meccanica quantistica, che si basa sul concetto di caso. Può essere valido applicare il caso ad eventi che possono essere replicati e osservati in laboratorio, ma nel caso dell'universo, dove tale ripetizione e tale osservazione sono impossibili per principio, parlare di caso è privo di senso. E' quindi inutile tentar di usare la teoria dei quanta per spiegare l'origine dell'universo.
Sarebbe possibile immaginare un ipotetico essere transuniversale in grado di osservare l'origine di molti universi e farli oggetto di un computo statistico, conferendo in tal modo significato ad affermazioni sull'origine casuale degli universi. Ma come potremmo ottenere tale informazione se non potessimo comunicare realmente con questo essere? Ciò equivale a dire che un Dio esiste e che possiamo comunicare con Lui a proposito dell'origine dell'universo: una possibilità che la scienza moderna respinge.















Meditazione su Krsna

Krsna, Dio la Persona
Suprema, è l'origine di ogni
essere e di ogni cosa. Grazie alla Sua onnipotenza, riesce simultaneamente, tramite le
Sue espansioni e i Suoi rappresentanti a vegliare sulla Sua creazione e a vivere eternamente felice con i Suoi devoti a Goloka Vrndavana, la Sua dimora
nel mondo spirituale. Sebbene alcune persone disinformate o invidiose accusino Krsna di essere licenzioso, è da escludersi la sconvenienza dei Suoi
scambi amorosi con i Suoi devoti che, dopo tutto, non sono altro che espansioni di Krsna stesso. Inoltre Il Signore e i Suoi devoti sono legati da un amore puro,
senza ombra di quella lussuria che invece tinge le relazioni materiali. Ciascuno di noi è stato creato per partecipare agli intimi divertimenti del mondo
spirituale e può conquistare un posto in essi rinunciando a ogni traccia d'invidia per Krsna e traendo gioia dall'ascolto dei Suoi
passatempi senza fine.















IL CALENDARIO VAISNAVA

Sri Gaurabda 504, 1990/1991 d.C.

3 Luglio 90, martedì
Suddha Ekadasi. Digiuno per Sayana Ekadasi.

4 Luglio 90, mercoledì
Dvadasi, rompere il digiuno tra le 5.37 e le 10.50.

7 Luglio 90, sabato
Purnima. Guru (Vyasa) Purnima. Scomparsa di Sanatana Gosvami.
Inizio di Caturmasya: digiuno si shak, vegetali a foglie verdi per un mese.

12 Luglio 90, giovedì
Scomparsa di Gopala Bhatta Gosvami.

15 Luglio 90, domenica
Scomparsa di Lokanatha Gosvami.

18 Luglio 90, mercoledì
Suddha Ekadasi. Digiuno per Kamika Ekadasi.

19 Luglio 90, giovedì
Dvadasi, rompere il digiuno tra le 5.50 e le 10.55.

25 Luglio 90, mercoledì
Scomparsa di Raghunandana Thakura e di Vamsi dasa Babaji.

2 Agosto 90, giovedì
Suddha Ekadasi. Digiuno per Pavitropana Ekadasi.
Inizio di RadhaGovinda Julanayatra.

3 Agosto 90, venerdì
Dvadasi, Rompere il digiuno tra le 6.07 e le 11.01
Scomparsa di Rupa Gosvami e di Gauridasa Pandita.

6 Agosto 90, lunedì
Purnima. Fine del Julanayatra.
Apparizione di Sri Balarama, digiuno fino al sorgere della luna.
Inizio del secondo mese di Caturmasya: digiuno di yogurt per un mese.

14 Agosto 90, martedì
Krsna Janmastami. Digiuno fino a mezzanotte.
Apparizione di Srila Prabhupada. Nandotsava.

16 Agosto 90, giovedì
Suddha Ekadasi. Digiuno per Annada Ekadasi.

17 Agosto 90, venerdì
Dvadasi, rompere il digiuno tra le 6.23 e le 11.05.

25 Agosto 90, sabato
Apparizione di Sitadevi consorte di Advaita.

26 Agosto 90, domenica
Apparizione di Lalitadevi.

28 Agosto 90, martedì
Radhastami. Digiuno fino a mezzogiorno.

31 Agosto 90, venerdì
Suddha Ekadasi. Digiuno per Parsva Ekadasi
(da rompere l'1 Settembre tra le 10.46 e le 11.08).















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LA SCIENZA E LA RELIGIONE SI INCONTRANO QUANDO L'UOMO CONOSCE DIO

LA SCIENZA DELLA REALIZZAZIONE SPIRITUALE

Il resoconto degli incontri
tra Bhaktivedanta Swami Prabhupada
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fine del numero di Luglio-Agosto 1990.
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